Il vantaggio competitivo di un'azienda è costituito da ciò che sa

Come valorizzare al meglio il sapere interno di un'azienda e usarlo per innovare.

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Cos'è il Knowledge Management?

“Il Knowledge Management è una disciplina che formalizza la gestione delle risorse intellettuali, permettendo un'azione efficace attraverso il loro uso. Il KM promuove un approccio collaborativo e integrato alla creazione, cattura, organizzazione e uso delle risorse intellettuali - incluso ciò che è conosciuto ma non necessariamente documentato.”
Gartner Inc.
01.

Crea Vantaggio Competitivo

Il vantaggio competitivo deriva dal possesso di conoscenza esclusiva e dalla capacità di sfruttare tale patrimonio.
Le aziende devono investire nel proprio capitale intellettuale, nello sviluppo di competenze interne e nella creazione di piattaforme ICT che permettano la diffusione e contaminazione di differenti saperi.

02.

Aumenta la produttività

Un'adeguata gestione della conoscenza permette di tracciare e immagazzinare sapere, creando nuove modalità di interazione, diminuendo gli errori ed evitando il loro ripetersi.
Inoltre il know how condiviso modifica la percezione dell’azienda, con una nuova idea collaborativa nella quotidianità dei rapporti interpersonali interni.

03.

Potenzia l'innovazione

La libera circolazione del sapere ha come immediato risvolto quello di incentivare la nascita di idee a beneficio diretto del modello imprenditoriale creando a tutti i livelli una mentalità orientata al problem solving e alla ricerca di nuove soluzioni che quando è strutturata nei processi si rafforza nel tempo.

Cosa ti serve sapere per fare quello che fai?

01. Per fare innovazione.

02. Per metterti al lavoro più in fretta.

03. Per lavorare meglio. Anche a distanza.

04. Per prendere decisioni migliori.

05. Per capitalizzare l'esperienza dei progetti.

Perché gestire la conoscenza?

01.
Sai cosa sai (e cosa non sai)

È necessario sapere di quale conoscenza hai bisogno per portare a termine i tuoi progetti e fare in modo che arrivi alle persone che ne hanno bisogno. In questo modo si capisce prima se manca della conoscenza da cercare all'esterno.

03.
Eviti l'information overload

È bene evitare che sulla scrivania delle persone arrivino troppe informazioni per evitare l'information overload che rallenta il lavoro.

05.
Trovi prima quello che ti serve

È una questione di praticità: perché dovrei cercare altrove qualcosa che ho già in casa, di cui mi posso fidare, senza cercare tra migliaia di risultati incerti? Risparmio tempo e consolido il capitale dell'azienda.

02.
Sei certo delle informazioni che usi

È questione di confidenza nelle informazioni che abbiamo: sapere se la fonte da cui attingiamo è attendibile e conforme ai nostri scopi. Recuperare informazioni a caso su Google non sempre è una buona idea!

04.
Hai proprio quello che ti serve

È questione di specificità della conoscenza: non sempre ciò che trovo in giro è adatto ai progetti della mia organizzazione.

06.
Usi meglio il tuo capitale intellettuale

Mi permette di mettere al lavoro più in fretta nuovi collaboratori e di non perdere l'esperienza di quelli più navigati.

Un processo circolare

Il ciclo della gestione della conoscenza

La gestione delle conoscenza non è un processo lineare, ma circolare con la possibilità di ingresso in ciascuno stadio.

CREAZIONE: Qualsiasi organizzazione nella tensione ai propri obiettivi assorbe informazioni che elabora e trasforma in conoscenza.

RACCOLTA: La conoscenza deve essere estratta dalla testa delle persone (conoscenza tacita) o nei processi (conoscenza implicita) e tradotta in conoscenza documentata facilmente accessibile (conoscenza esplicita).

ORGANIZZAZIONE: L'organizzazione della conoscenza permette di conservarla nei luoghi e con i modi più idonei alla sua forma e alla sua destinazione.

CONDIVISIONE: La conoscenza diventa bene comune se ci sono gli strumenti più adatti che ne favoriscano il riutilizzo.

Uno strumento per capire i flussi della conoscenza in azienda

Mappa della conoscenza

La mappa della conoscenza è un canvas, un modello di come è distribuita la conoscenza nell'organizzazione e di come essa venga utilizzata. E' costituita da 12 blocchi; a destra è rappresentata la conoscenza disponibile e a sinistra quella necessaria. Dall'alto verso il basso sono rappresentati come viene comunicata e trasmessa (comunicazione e tecnologia), quindi cosa si sa, chi lo sa, a chi serve e cosa serve sapere (aspetti sociali e organizzativi) e, infine, i costi e i benefici per l'organizzazione e gli individui (aspetti economici/remunerativi): come, cosa e perché.

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Knowledge Management e Cultura aziendale

Pur avendo le migliori tecnologie per gestire la conoscenza potrebbe essere difficile ottenere i risultati attesi se manca la disponibilità a condividere (a partire dai vertici!)

Il Knowledge Management è un cambiamento di fase, un rimodellamento dell’organizzazione, un nuovo modo di pensare.

È necessario far crescere la cultura del knowledge sharing, caratterizzata dalla propensione e dalla disponibilità degli individui a diffondere e scambiare la propria conoscenza, e dall’incentivare la creazione di nuova.

Non esiste il modo migliore per condividere la conoscenza, ma è importante trovare quello più adatto ai valori e allo stile dell'organizzazione. Per fare questo bisogna costruire la strategia di gestione della conoscenza a partire dai problemi, dagli obiettivi, i risultati aziendali oltre che i valori di fondo dell’organizzazione, sfruttando i network sociali esistenti; pianificando un sistema di valutazione e ricompense che stimoli e supporti la condivisione anziché la competizione individuale.

Il ruolo del Knowledge Manager

Non si può pensare che gestire la conoscenza si riduca a introdurre un nuovo strumento IT o nell'archiviare meglio i documenti o nel creare comunità di pratica. L’implementazione del KM deve essere strutturata come un programma di cambiamento e prevedere un team che favorisca il cambiamento.

Il Knowledge Manager è un ruolo che dovrebbe rispondere direttamente al board che capisce di tecnologia, ma dialoga con il direttore delle risorse umane; che capisce i processi interni, ma si relazione con il Business Development; si occupa di comunicazione mentre pensa in termini di innovazione.

È una persona curiosa che con entusiasmo trasmette la motivazione a fare innovazione. Ne capisce di Information Technology, ma allo stesso tempo sa ascoltare e comunicare con tutti i livelli dell'organizzazione diventando un hub di connessioni. Ha capacità di analisi e sintesi e di leggere i fenomeni complessi a 360 gradi. Capisce i problemi ed è capace di trasferire le soluzioni da contesti differenti.

Dov'è la conoscenza in azienda?

Persone | Documenti | Progetti | Procedure e policy | Pubblicazioni, libri e articoli | Cultura aziendale | Benvenuto in azienda | Offerte | Documenti di Marketing | Comunicazioni | Abitudini | Newsletters | Training | Corsi e Webinar | Comportamenti | Profili | Basi di Conoscenza | Brand | Best practices | Documenti della Qualità | Feedback | Storie delle persone, dei progetti, dell'azienda | Help Desk | Basi di dati | Clienti

Come si ridistribuisce la conoscenza

Document Management Systems (DMS) | Enterprise Search Engine | Enterprise Social Network | Intranet | Knowledge repositories | Content Management Systems | Sistemi di e-learning | Forum | Wiki aziendale | Blog aziendale | Applicazioni di data mining, business intelligence

Ecco alcuni esempi di aziende che hanno implementato una strategia di gestione delle conoscenza

IBM

IBM è una delle aziende leader nel settore della tecnologia dell'informazione e ha sviluppato una piattaforma di knowledge management chiamata "IBM Knowledge Center". Questa piattaforma consente agli utenti di accedere a informazioni, documentazione, guide e risorse relative ai prodotti IBM, semplificando il processo di ricerca e condivisione di conoscenza all'interno dell'azienda.

Inoltre, IBM ha implementato una strategia di "knowledge sharing" attraverso una serie di strumenti di collaborazione e condivisione, che incoraggiano i dipendenti a condividere le proprie conoscenze e le migliori pratiche.

Microsoft

Microsoft è un altro esempio di azienda che ha investito fortemente nella gestione della conoscenza interna. Con il lancio di Microsoft Teams, la piattaforma di collaborazione aziendale, l'azienda ha integrato funzionalità avanzate di knowledge management, tra cui la possibilità di creare, organizzare e condividere informazioni, documenti e contenuti in modo semplice e intuitivo.

Tra le altre iniziative, Microsoft ha sviluppato una piattaforma di knowledge management chiamata "Viva Topics", che utilizza l'intelligenza artificiale per organizzare e raccogliere le informazioni in modo efficace, consentendo ai dipendenti di accedere rapidamente alla conoscenza di cui hanno bisogno.

Amazon

Amazon è nota per la sua cultura aziendale basata sulla conoscenza e sull'innovazione. L'azienda ha implementato una serie di strumenti di knowledge management per favorire la condivisione e l'accesso alle conoscenze interne, tra cui un'ampia gamma di strumenti di collaborazione e condivisione, oltre a una piattaforma di knowledge management chiamata "Amazon Connect".

Questa piattaforma consente ai dipendenti di accedere rapidamente alle informazioni e di condividere le proprie conoscenze, creando una cultura aziendale in cui la conoscenza è valorizzata e condivisa.

Unilever

Unilever è un altro esempio di azienda che ha investito nella gestione della conoscenza interna. Con l'aiuto di una piattaforma di knowledge management chiamata "KnowHow", l'azienda ha implementato una strategia di knowledge sharing tra i dipendenti, incentivando la condivisione di conoscenze, idee e migliori pratiche.

Unilever ha sviluppato anche un programma di formazione per i dipendenti, al fine di migliorare le loro competenze e le loro conoscenze in ambito di gestione della conoscenza interna.